Around the World

Olimpiadi di parigi, la divisa della discordia

// Lorena Palanga //
Atleta © Chiara Caldarola - pexels
Troppo succinta e sgambata. Le atlete del team degli USA protestano contro la divisa messa a punto da una nota azienda di articoli sportivi in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024, al via il prossimo 26 luglio. Nel mirino della polemica è finito per la precisione il body. “Così sgambato - hanno dichiarato le atlete - che invece che pensare a gareggiare dovremo prestare attenzione al fatto che non si vedano le parti intime”. Di tutt’altro genere, con il classico taglio a pantaloncino, le divise pensate invece per i colleghi maschi. Anche se l’azienda produttrice rigetta le accuse e parla di “migliori prestazioni”, risulta difficile non pensare all’ennesimo tentativo di mettere in mostra il corpo femminile. Una storia già sentita. Solo tre anni fa le atlete danesi di pallamano protestarono contro una divisa-bikini.
Le atlete statunitensi avranno, per fortuna, altre alternative da scegliere per la propria divisa. In queste Olimpiadi vogliamo davvero che gli occhi siano puntati sugli sport femminili e non certo sui corpi femminili.

Around the World

Studie zu Gender-Stereotypen und Leistungsentwicklung: Was in Schulen falsch läuft

// Hannah Lechner //
© gabby - pexels
Genderstereotype sind keine „harmlosen“ Normvorstellungen, die – mal offensichtlicher mal versteckter – durch Gesellschaften und Diskurse geistern, sondern haben sehr reale Auswirkungen auf individuelle Biografien und gesellschaftliche Entwicklungen: Im Rahmen einer internationalen Studie etwa, die kürzlich im Journal Social Science Research veröffentlicht wurde, wurden die Fähigkeiten von insgesamt 17.000 Grundschüler*innen in den Bereichen Sprache und Mathematik regelmäßig getestet und zusätzlich Eltern und Lehrpersonen befragt. Die Studie zeigt: Geschlechterspezifische Vorurteile, nach denen Mädchen gute sprachliche, aber schlechtere mathematische Fähigkeiten zugeschrieben werden und Buben das Umgekehrte, wirken sich langfristig auf die Leistungen der Schüler*innen aus. Weil Lehrkräfte zu Beginn der Grundschulzeit annehmen, dass Mädchen weniger gut rechnen könnten, sind Buben am Ende der Grundschulzeit tendenziell tatsächlich besser in Mathematik, obwohl am Anfang kein Kompetenz-Unterschied zwischen den Gruppen bestand. Dasselbe gilt im Umkehrschluss für den sprachlichen Bereich, in dem Mädchen Buben im Laufe ihrer Grundschulzeit „abhängen“, ebenfalls bei vergleichbaren Ausgangs-Kompetenzen.