Around the World

Governo tedesco rivede le “prognosi discrezionali” sui rifugiati queer

// Sarah Trevisiol //
Rifugiati queer in Germania devono essere tutelati © lsvd.de


L'Ufficio federale tedesco per la migrazione e i rifugiati (BAMF) ha respinto le domande di asilo di oltre cento persone che temono di essere perseguitate nel loro paese d’origine a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Nelle procedure di asilo, il BAMF effettua delle “prognosi discrezionali”, in cui viene valutato se le persone rifugiate possono nascondere la propria omosessualità nel paese d’origine oppure no. Seconda questa procedura, se la loro vera identità non viene alla luce, ciò implica che non sono minacciate di persecuzione e non hanno bisogno di protezione in Germania. L'associazione lesbica e gay tedesca (LSVD) ha fortemente contestato la procedura: “Il problema delle prognosi discrezionali è che si presuppone che ci siano persone queer che, per un bisogno interiore, vogliono condurre una doppia vita per tutta la vita”, afferma Patrick Dörr della LSVD. La Corte costituzionale federale e la Corte di giustizia europea hanno dichiarato inammissibili le prognosi discrezionali. I rifugiati stanno facendo causa e quattro tribunali amministrativi si sono già pronunciati a loro favore. Il governo ha dichiarato di voler rivedere la pratica.

Around the World

„Kein Protest, eine Revolution“

// Ingrid Kapeller //
Im Iran kämpfen Frauen weiterhin für ihre Rechte.
Einen Monat nach Beginn der Proteste im Iran gegen die Sittenpolizei, die für den Tod der 22-jährigen Mahsa Amini verantwortlich sein soll, verhängt die EU Sanktionen gegen die Sittenpolizei und zehn andere Organisationen und Institutionen des Landes. Zu den Sanktionen zählen Vermögenseinfrierungen sowie Einreiseverbote von Verantwortlichen, das haben die EU-Außenminister*innen Mitte Oktober bei einem Treffen in Luxemburg beschlossen. Hält die Gewalt im Iran weiter an, werden weitere Sanktionspakete folgen, versichert die deutsche Außenministerin Annalena Baerbock. Bei den Protesten im Iran sind bereits mehr als 200 Menschen ums Leben gekommen, weil sie für die Rechte und Selbstbestimmung von Frauen und Mädchen auf die Straße gingen, mehrere Hundert wurden inhaftiert. Iranische Aktivist*innen auf der ganzen Welt zeigen sich vermehrt kämpferisch, so auch Shohreh Bayat, die in London lebt. Sie hält in einem Interview mit der BBC fest: „Es handelt sich nicht mehr um einen Protest. Es ist eine Revolution. Es ist sehr wichtig, dass die Welt auf der richtigen Seite der Geschichte steht. Wir kämpfen für Freiheit, für Frauen- und für Menschenrechte.”