La consapevolezza è quella scossa elettrica che ti fa aprire gli occhi e dire: basta. Basta con il “sul lavoro devo essere grata di avere un posto” — no, sul lavoro io competo, punto. E se vinco, non è perché “sono stata fortunata”, è perché sono brava.

Chi si sente minacciato? Problema suo. È anche capire che la casa non è un reality show dove l’uomo è l’ospite speciale. Se un cinquantenne può prenotare un volo intercontinentale su un sito pieno di pop-up, può pure scoprire come si cambia un sacco dell’aspirapolvere. Non serve la NASA, serve solo la volontà (e magari smettere di fare finta di non sapere).

Consapevolezza è dire NO senza nota a piè di pagina. No al “ci penso io” quando nessuno ti ha chiesto se avevi voglia. No al “come fai a partire due giorni?” come se al tuo rientro trovassi la casa rasa al suolo. Piccolo spoiler: i figli mangiano anche se non cucini tu, e il frigo si apre pure a comando maschile.

Poi arriva la parte che fa tremare i polsi a qualcuno: il carico familiare si divide. Non “mi aiuta”, non “oggi ha fatto la lavatrice” — è il minimo sindacale, non una medaglia al valore.

Ma la consapevolezza non si ferma qui. È anche guardarsi allo specchio e dirsi: io mi basto. Non perché non ho bisogno degli altri, ma perché prima di tutto ho imparato a stare bene con me stessa. A riconoscere il mio valore senza aspettare applausi, a volermi abbastanza bene da non svendermi per un “grazie” detto male o per un riconoscimento che non arriva mai. Perché quando sai chi sei e ti basti, non cerchi conferme continue, non mendichi approvazione: scegli, e basta.
E questa scelta è potente. Perché se sto bene con me stessa, so anche dove mettere i confini, cosa accettare e cosa no. Posso costruire relazioni sane, senza farmi schiacciare o annullare. Posso anche sbagliare, certo, ma senza perdere me stessa.

Detto questo, c’è un altro punto che non possiamo ignorare: per fare tutto questo non basta la buona volontà. Serve vivere in un territorio dove ci sono asili accessibili, scuole a tempo pieno, trasporti che funzionano, assistenza per anziani e disabili. Perché se il decisore si gira dall’altra parte, a reggere il peso siamo sempre noi. E la consapevolezza, senza strumenti, resta solo un bellissimo monologo davanti allo specchio.